una piccola formalità
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UNA PICCOLA FORMALITÀ, tra eredità e notai misteriosi

Alessia Gazzola ci regala un nuovo Fidanzato di Carta e una protagonista con la quale vorremmo poter fare amicizia nella vita reale. Una piccola formalità (Longanesi) è un romanzo irresistibile: ecco perchè ci ha conquistati!

La trama

Rachele sa bene che cosa va di moda e che cosa no, ed è da sempre una grande esperta dei trend del momento al punto che l’ha reso il proprio lavoro. Nella Milano più divertente, tra un aperitivo con gli amici nell’ultimo locale aperto e un evento privato, lei scrive di lifestyle sulla notissima rivista Chic&Glam. Quindi se di eredità, atti notarili e faccende giuridiche connesse non ne sa nulla è ampiamente giustificata. Per esempio: perché mai dovrebbe fare come vuole suo padre e rinunciare a scatola chiusa all’insolita proprietà che suo zio le ha lasciato?

Le sembra una follia e, in più, il suo intuito da giornalista le suggerisce che in quel lascito c’è qualcosa di interessante. Forse si sta lasciando suggestionare, ma sarà che lo zio lei non se lo ricorda nemmeno, visto che era la pecora nera della famiglia. Sarà che suo padre si rifiuta persino di fare il suo nome. Sarà che le circostanze della sua morte non sembrano chiarissime… ma tutta questa storia la intriga, e non poco. Rachele rispolvera allora un vecchio contatto della sua rubrica. Un compagno del liceo che per una curiosa coincidenza del destino è diventato notaio. Al nome di Manfredi Malacarne risponde un trentenne affascinante e tremendamente disponibile…

Proprio quando la storia con Alessio, il fidanzato storico, è giunta a una svolta davvero sorprendente. Nel tentativo di svelare il mistero relativo all’eredità e a certi segreti di famiglia, ­Rachele si ritroverà a capire che le cose che non sa sul mondo (e, soprattutto, su di lei) in realtà sono molte di più. E che sarà piuttosto entusiasmante scoprirle tutte…

La nostra recensione

Credo che l’Universo volesse farmi leggere questo romanzo, e non lo dico tanto per dire. Riordinando i volumi già arrivati allo scambio-libri del mio quartiere, ho notato che ce n’erano diversi della serie L’allieva. Ho detto a un amico che avrei voluto invece recuperare l’ultimo romanzo dell’autrice, che era uno standalone. Ed eccolo arrivare circa un’ora dopo! Ovviamente adottato subito, e iniziato appena rientrata dalle vacanze di Natale con grande curiosità.

Che dire? La scrittura fresca, frizzante e autentica di Alessia Gazzola mi ha conquistata ancora una volta. Rachele, giornalista alle prese con una redazione che, almeno in parte, mi ha ricordato quella de Il diavolo veste Prada (in positivo), si trova single all’improvviso. E fin qui, nulla di sconvolgente. Gli amori finiscono, giusto?

E se a finire non fosse un grande amore, ma una relazione-bozzolo in cui la stessa Rachele si era pigramente adagiata? E se questa fosse la conditio sine qua non per poter scoprire cosa voglia dire, davvero, desiderare ed essere desiderata da qualcuno? Per aiutarla a scoprirlo, entra in scena Manfredi, fastidioso compagno di scuola diventato un affascinante notaio: contattato per avere aiuto nella gestione di una scomoda eredità, si rivela ben presto molto più di un passacarte. Diventa un confidente, una spalla e… molto altro!

Senza svelare nulla che possa rovinare la lettura, possiamo dire che il percorso di consapevolezza di Rachele nel romanzo passa attraverso tutti gli aspetti della sua vita. Da quello lavorativo a quello sentimentale, passando per quello familiare. I rapporti con colleghe, Alessio, Manfredi e con i genitori vengono ridefiniti, e la donna che salutiamo a fine lettura non è la stessa che ci ha accolti quando abbiamo aperto il libro.

Intrigante il mistero legato alla scomoda eredità di famiglia, che ha una risoluzione imprevedibile e che contribuisce ad animare la storia di Rachele e di Manfredi, tenendoci spesso col fiato sospeso.

Consigliatissimo!

una piccola formalità

Una piccola formalità di Alessia Gazzola (Longanesi) è in libreria.

Milanese di nascita e nel cuore. Vivo di digital marketing di giorno, e di letture matte (ma mai disperatissime) di notte. Bevo litri di tè nero, e colleziono tacchi alti, con cui riesco a non perdere mai un treno.

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