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SABBIE MOBILI, Veronica Raimo e il quarto comandamento

Dieci Comandamenti: cosa possono dirci oggi, di noi e di chi siamo? Ci provano dieci scrittrici italiane, protagoniste della collana omonima portata in libreria da Rizzoli. Dieci racconti, uno per Comandamento, affidati ad autrici di spessore: ad aprire le danze, Dacia Maraini, Veronica Raimo e Ilaria Gaspari. Abbiamo letto i primi tre, appena arrivati in libreria, ed ecco quale ci ha colpiti di più!

Onora il padre e la madre, il quarto Comandamento

Il quarto comandamento funge da collegamento e passaggio tra i tre precedenti e sei che lo seguono. Si riferisce in primo luogo ai figli nella loro relazione con i genitori. Per poi estendersi con diverse modalità alle relazioni di parentela con gli altri membri del gruppo familiare. Nonchè al comportamento nei confronti delle persone anziane, dei superiori in qualunque ambito, della patria. Infine, comprende e definisce pure i doveri dei genitori e di chi esercita un’autorità sugli altri.

La narrazione di Veronica Raimo e delle sue “sabbie mobili”

“Che vuoi fare da grande?” è la domanda più comune del mondo, tranne se a farla è una madre diversa dalle altre. Una che si trascina per casa con le gambe di piombo. Che si veste di tutto punto solo quando piove per inzupparsi in giardino. Che si rifugia a letto come fosse l’unico posto sicuro in compagnia dei suoi aiutini farmaceutici. Il figlio, di appena nove anni, di risposte non ne ha. Come potrebbe, se il mondo che conosce è fatto di attese e silenzi, di regole sconnesse, di uccelli rapaci e di ricordi che è meglio non avere?

Mentre i suoi coetanei giocano a fare gli adulti, lui spaesato cerca di capire cosa significhi diventare un uomo. In una casa dove gli uomini non ci sono neanche in fotografia e gli oggetti sembrano avere più vita delle persone. Poi arriva la scuola, la scoperta di un mondo ordinato, di regole vere. Dentro di lui cresce ogni giorno la tremenda paura che sua madre, come ha spesso annunciato, lo lasci solo per davvero.

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La nostra recensione

Attraverso gli occhi di un bambino abbandonato dal padre e con una madre dipendente dai farmaci (e forse anche con una punta di depressione), l’autrice ci fa riflettere su cosa significhino davvero i ruoli di padre e di madre. E, soprattutto, su cosa voglia dire “onorarli”.
Tra assistenti sociali sprovveduti e gatte anziane che appaiono all’improvviso, tra feste molto poco riuscite e furti mancati, io a questo bambino mi sono affezionata un sacco. Ci si affeziona al suo disorientamento quando si trova all’improvviso in mezzo ai suoi coetanei e capisce fino in fondo quanto diverse siano le loro vite. Quanto quella sua vita peculiare sia, per molti attorno a lui, “sbagliata”, nonostante nella sua mente di bambino siano impressi anche molti momenti felici. Una storia densa di emozione portata avanti con la scrittura ironica e impeccabile della Raimo, già apprezzabile nei suoi romanzi precedenti, fino a un finale imprevedibile in cui le “sabbie mobili” del titolo trovano una spiegazione. Finale dolce-amaro,sì, ma che regala la chiusura perfetta di un arco narrativo portato avanti con maestria. Davvero consigliatissimo!

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La collana

Le prime tre uscite, ispirate ai comandamenti “Non avrai altro Dio all’infuori di me”, “Onora il padre e la madre” e “Non rubare”, sono già in libreria.

Milanese di nascita e nel cuore. Vivo di digital marketing di giorno, e di letture matte (ma mai disperatissime) di notte. Bevo litri di tè nero, e colleziono tacchi alti, con cui riesco a non perdere mai un treno.

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