un problema da tre cani
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UN PROBLEMA DA TRE CANI, l’intervista a S.J. Bennett

Intervistare S. J. Bennett davanti a una tazza di tè sul suo Un problema da tre cani. Sua Maestà la regina indaga mentre fuori piove? Ci si sente quasi in Inghilterra. Grazie a Mondadori, abbiamo potuto leggere il secondo caso di questa regina d’Inghilterra investigatrice, e intervistarne l’autrice. Ecco un estratto della nostra chiacchierata!

La trama

A Buckingham Palace l’autunno del 2016 si prospetta particolarmente gravoso: la regina Elisabetta deve occuparsi di un referendum che ha diviso la nazione, di una Brexit alle porte e di un imponente piano di ristrutturazione della dimora reale. Eppure l’ordine delle sue preoccupazioni è stravolto quando il cadavere di una governante viene ritrovato a bordo piscina. Si tratta di una tragica fatalità o a Buckingham Palace sta accadendo qualcosa di sinistro? A complicare le cose c’è la sua assistente Rozie, impegnata a far luce sulla misteriosa riapparizione di un quadro scomparso da tempo, e una valanga di lettere anonime che turbano l’atmosfera di casa Windsor e i suoi lavoratori. Gli uomini di palazzo assicurano che la situazione è perfettamente sotto controllo, ma Sua Maestà non ne è affatto convinta. Anche perché, talvolta, solo l’occhio allenato di una sovrana intravede legami invisibili ai più. A differenza del suo illustre predecessore Sherlock Holmes, che riteneva necessario fumare tre pipe per risolvere i casi più difficili, alla regina bastano la fida assistente Rozie e una bella passeggiata con i suoi tre inseparabili cani.

L’intervista

Ha affrontato un personaggio regale, oltre che reale. Le ha dato qualche pensiero, almeno all’inizio?

Quando mi è venuta l’idea ero entusiasta, e mi sono però chiesta se potessi effettivamente farlo. Serviranno dei permessi? Poi ho realizzato che in fondo la regina è in The Crown, per esempio, o nel film The Queen. O nel romanzo di Alan Bennett. Lei non lo impedisce, non pone veti di sorta. Mi sono detta che in fondo mi collocavo in una tradizione, e questo mi ha resa più sicura di me.

Mi sembra, tra l’altro, che si sia affermata la pratica di inserire persone reali in opere di fiction. L’importante è trattarle con rispetto, e io la regina mi sono accorta di trattarla anche con affetto.

Da dove nasce il titolo, Un problema da tre cani?

Sherlock Holmes affronta il problema da tre pipe in uno dei suoi casi, e nel caso della regina l’ho trasformato in un problema da tre cani. È una pura invenzione personale, ma ho trovato che funzionasse. Da ragazza mi ero imbattuta in una band musicale, che si chiamava Three dog night, della quale non comprendevo il nome. Poi ho scoperto che in Alaska quando fa molto freddo hanno tre husky nella tenda per scaldarsi, e da lì viene l’espressione “una notte da tre cani”.

Avresti potuto raccontare una regina Elisabetta II alle prese con le più svariate imprese. Perché l’hai resa un’investigatrice?

Stavo scrivendo un giallo con un protagonista che non mi piaceva. Un cyber-detective miliardario, ma proprio non andavo da nessuna parte. Poi un giorno, guardando un episodio di The Crown, ho visto la regina sollevare uno dei soldatini da un plastico militare e rimetterlo giù nel posto sbagliato. Non sarebbe mai potuto succedere! La regina è infatti una grande esperta di strategia militare. Rendermi conto di sapere questo, mi ha fatto anche capire di conoscere molto bene la regina!

Inoltre, la regina è una persona sempre sotto ai riflettori, e questo l’ha resa una grande osservatrice a sua volta. Questo, e la sua grande curiosità, sono tratti perfetti per un detective. Renderla tale mi poneva sfide affascinanti: la regina, infatti, può chiedere qualsiasi cosa a chiunque, ma non può assolutamente essere vista o sentita mentre si intromette nel lavoro delle forze dell’ordine. Capite bene che il romanzo era pronto!

Una curiosità sui riferimenti artistici nel romanzo. Da dove viene l’attenzione per la collezione italiana dei Gentileschi all’interno della Royal Collection?

Grazie per la domanda, adoro parlare di Artemisia Gentileschi! Convergono tre elementi, per quanto mi riguarda. Innanzitutto il tema del libro, che per me è soprattutto quanto le donne, anche quelle capaci e influenti, possano venire sottovalutate. La regina in effetti possiede il celebre autoritratto di Artemisia Gentileschi, che è uno dei miei quadri preferiti. Inoltre ho scritto per la TATE Gallery un saggio sulle artiste e ho dovuto in quell’occasione fare ricerche approfondite anche su Artemisia Gentileschi.

Sono rimasta colpita da quanto fosse “trascurata” come artista nonostante il suo enorme talento, e come si parlasse più di ciò che aveva subito che non del suo talento. Voglio contribuire a cambiare la narrazione, su di lei ma non solo. Va narrata e celebrata come artista, non solo come vittima di una violenza.

Aggiungo anche che molti quadri citati nel romanzi li ho inventati, quindi non è possibile trovarli in nessun registro… non esistono!

Hai scelto un momento storico molto particolare, per Un problema da tre cani. Soprattutto per l’Inghilterra.

Quando ho scritto il primo libro, mi sono trovata ad ambientarlo in un momento speciale, il novantesimo compleanno della regina. Una causalità fortunata. Nel momento in cui mi sono messa a scrivere il secondo, ho realizzato che mi sarei trovata nella seconda metà del 2016, un anno ricchissimo di eventi. Dalla Brexit alle elezioni negli Stati Uniti, e non solo! Inoltre, mi regala molto, il fatto di scrivere di persone e momenti reali. Mi arricchisce, e mi permette di avere molto materiale da cui attingere per rendere più succosi i miei libri.

Elisabetta II è forse la donna più ripresa e fotografata della storia. Sono veramente poche le persone che possono ricordare un momento della vita in cui Elisabetta non fosse regina, per esempio. Qual è il suo personale rapporto con la regina?

La Regina Elisabetta II è la protagonista perfetta. Tutti la conosciamo, tutti ne abbiamo un’immagine mentale chiarissima. La sua è l’effige femminile più riprodotta al mondo. D’altro canto, però, non concede interviste. Quindi, nonostante sia sempre sotto gli occhi di tutti, ciò che pensa e ciò che fa in privato restano un mistero.

Il mio rapporto è sicuramente di affetto. Regna da quando sono nata, e ha regnato per buona parte della vita dei miei genitori. Ci mancherà tremendamente quando non ci sarà più, ed è un mancanza che iniziamo già a sentire. Mi interessava catturare e tramandare cosa avrà significato l’aver avuto come leader della nazione una personalità così universalmente amata, ammirata in tutto il mondo. Questo vorrei che rimanesse.

un problema da tre cani

Un problema da tre cani. Sua Maestà la regina indaga di S.J. Bennett (Mondadori) è in libreria.

Milanese di nascita e nel cuore. Vivo di digital marketing di giorno, e di letture matte (ma mai disperatissime) di notte. Bevo litri di tè nero, e colleziono tacchi alti, con cui riesco a non perdere mai un treno.

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