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ITALIANA, tra epica nazionale e creazione artistica

Leggere Italiana di Giuseppe Catozzella (Mondadori) è come fare un tuffo in un’Italia diversa, e allo stesso tempo profondamente attuale. Un’Italia che diventa stato unita, ma che unita non è. Al contrario, è teatro di divisioni e differenze che appaiono insormontabili.

Ne abbiamo parlato con l’autore: ecco cosa ci ha raccontato!

Mi ha sorpresa l’equilibrio tra documentazione storica e l’afflato narrativo. Mi incuriosisce sapere come il processo di scrittura ti abbia guidato in questo equilibrio, uscendo dal didascalico della ricerca storica e raggiungendo un traguardo di lettura coinvolgente.

Era una delle grandi sfide di questo lavoro. L’altra era gestire la prima persona femminile. Ma quella di partenza era cercare di conciliare un gigantesco lavoro di documentazione e di archivio, soprattutto per quanto riguarda i quattro grandi processi di cui lei è protagonista. Ricostruire la sua vita attraverso i suoi processi. È uscito un romanzo corale, che racconta come fossimo a cavallo della nostra unità. Da lì, si è trattato di ribaltare completamente il lavoro. trasformando questa materia storica in una narrazione viva.

La prima persona è sempre una sfida, soprattutto quando ci si mette nei panni di qualcuno così diverso.

Scrivere questo romanzo con la voce di Maria era la scelta più difficile che potessi fare. Se non avesse funzionato l’immedesimazione dei sentimenti, che dovevano coinvolgere oggi ma sapere di Ottocento, e non dell’Ottocento nobile di cui leggiamo sempre… eppure non ho avuto dubbi che fosse ciò che dovevo fare. Questo perché la creazione artistica è tutto tranne che computo razionale del dare e dell’avere. Volevo che fosse un’opera diretta, che fosse Maria a raccontare la sua storia.

Maria è la protagonista assoluta del romanzo. C’è però un personaggio secondario che ti ha impegnato particolarmente durante la scrittura?

Teresa. Il racconto del rapporto di amore e odio tra sorelle non è stato semplice. C’era da dosare questa malvagità e questa vergogna per la propria origine. Dovevano crescere piano piano, e anche nel lettore doveva crescere l’avversione per questa sorella così spudorata. Spero di esserci riuscito.

Racconti l’Ottocento e l’Italia dell’unità, ma allo stesso tempo racconti chi siamo oggi. Molte delle differenze e delle divisioni che racconti persistono ancora: forse a tratti è quasi sconfortante rendersene conto. L’attualità e la contemporaneità hanno influenzato la tua scrittura?

Ti ringrazio per questa riflessione, perché hai colto che sì, racconto l’Italia di oggi. E per raccontare il mio paese di oggi dovevo andare a raccontare com’è nato. Per me Italiana non è un romanzo storico, ma un romanzo della Storia. È la Storia reale a essere protagonista, la Storia raccontata da lettere e telegrammi. Un motore forte era mostrare come tutti i nostri vizi e parte delle nostre virtù derivino esattamente dal modo in cui il nostro paese è stato fondato e messo in piedi. Tutti ci portiamo dentro un tradimento di cui non siamo consapevoli, ma che ci costituisce. È il tradimento del nord nei confronti del sud, e il tradimento trasversale dell’elite nei confronti delle classi popolari. Qui racconto la guerra civile italiana, che ha diviso il paese e coinvolto decine di migliaia di persone per anni da nord a sud. Se vogliamo davvero aderire al desiderio di Massimo D’Azeglio, e nascere per davvero come Italiani, è a quel rimorso e a quella guerra civile che dobbiamo tornare.

Su Il Libraio, riflettevi sul fatto che in Italia manca un’epica nazionale.

Penso sia un dato di fatto, e credo che manchi il grande romanzo epico nazionale. Questo perché penso manchi proprio il senso della nazione. Un sentimento nazionale condiviso. Al contrario, siamo campioni del parlarci contro. Non so se Italiana sia un romanzo epico. Di sicuro è epico perché i suoi protagonisti combattono per cercare di creare un senso nazionale, e per lasciare in eredità un paese più libero e più giusto. Credo che la nostra epica sia stata purtroppo macinata dalla retorica. È quello che ho cercato di fare: creare delle nuove basi per un sentimento nazionale.

Cosa troveremmo nella tua libreria, sbirciando tra i tuoi volumi?

Leggo di tutto, anche più libri contemporaneamente, fino a 15 alla settimana. Al momento sto leggendo Storia di Shuggie Bain di Douglas Stuart (ricordate? Lo abbiamo intervistato!). Sono però molto affezionato alla letteratura italiana del secondo dopoguerra. Pierpaolo Pasolini, Beppe Fenoglio, Mario Rigoni Stern, e poi la poesia di Montale. Sono tutti autori che hanno il coraggio di raccontare il loro mondo, e se stessi, con mostruosa e gigantesca onestà. Non si coprono di orpelli, non si agghindano per fare rumore e farsi sentire. Rimangono essenziali, ed è per questo che sono rimasti.

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Italiana di Giuseppe Catozzella (Mondadori) è in libreria al prezzo di copertina di 19€.

Milanese di nascita e nel cuore. Vivo di digital marketing di giorno, e di letture matte (ma mai disperatissime) di notte. Bevo litri di tè nero, e colleziono tacchi alti, con cui riesco a non perdere mai un treno.

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